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mercoledì 20 agosto 2008

La scuola italiana

LA MATTANZA E LA SCUOLA ITALIANA.

La scuola italiana come una mattanza, antica e tradizionale pesca del tonno presso l’isola di Favignana che consiste nel governare la direzione dei branchi attraverso una lunga rete di sbarramento fino a costringerli ad entrare in una sequenza di camere dalle quali, disorientati, non hanno più modo di uscire ed arrivare infine alla cosiddetta camera della morte. Il docente italiano ha fatto la fine del tonno.Sono anni, da Berlinguer alla Gelmini, che i nostri governanti preparano questa sequenza di camere e i prossimi anni possono ben definirsi, per i docenti “tonni” e precari, l’ultima camera, quella della morte della scuola pubblica italiana.Proprio così, una vera mattanza. Si uccidono professionalità e speranze di tanti docenti precari. E quando dico docenti parlo di veri insegnanti, quelli con tanto di laurea, abilitazione e decenni di esperienza professionale svolta sul campo, in diverse scuola e con centinaia di ragazzi. Chissà quanti lo avranno già detto o scritto. Hanno studiato, lavorato e con passione svolto la loro professione e adesso “fuori”. Il 90% sarà senza lavoro e per il resto sarà un vero miracolo se otterranno un incarico a tempo determinato. Solo 25mila saranno le assunzioni, che il governo ha regalato, sull’intero territorio nazionale. E’ stato un regalo, è il caso di dirlo, in quanto addirittura si ipotizzava zero assunzioni per il prossimo anno scolastico.Siamo i rami secchi del pubblico impiego e devono eliminarci. “Tagli inevitabili …… sentenzia la Gelmini ……… per uscire dalla crisi, la scuola italiana ha bisogno di essere sottoposta ad una cura da cavallo.” Uscire dalla crisi? Quale crisi, quella della scuola? Ma la scuola è ed è stata sempre in crisi e lo sarà ancor di più con l’attuazione del Decreto Legge 112 di prossima approvazione alla camera dei deputati. Gli allievi per classe aumentano e gli insegnanti diminuiscono e con essi l’attenzione al singolo o al gruppo, la preparazione e le singole strategie di apprendimento.Cura da cavallo! Ma la sig.ra Gelmini conosce questi animali? I cavalli. Sono animali nobili, vanno difesi e protetti e non certo mandati al macello.In base all’art. 64 del Ddl 112, nei prossimi tre anni, si prevede un taglio di 110mila posti di lavoro nel mondo della scuola. Tutto questo alla faccia della tanto decantata politica occupazionale, sbandierata e strombazzata, durante la recente campagna elettorale, da tutte le forze politiche di destra, centro e di sinistra. Dimenticano i signori parlamentari e senatori, sia della maggioranza che dell’opposizione, quanti saranno i docenti, i loro parenti e amici che probabilmente alle prossime elezioni voteranno diversamente o non si recheranno affatto alle urne.Poveri docenti precari. Dopo la “cura da cavallo”, un’altra infelice similitudine nei loro confronti “….. sono 300mila polpette avvelenate lasciate dal passato governo ……” ha dichiarato il ministro Brunetta. Ma a quale governo si riferisce il sig. Brunetta? Vergognatevi tutti. Governo presente, passato, passato prossimo e remoto.Secondo stime effettuate i tagli previsti determineranno un risparmio di centinaia di milioni di euro. Ma, guarda caso, solo il 30% di esso sarà utilizzato per finanziare la carriera dei docenti. Questi docenti, precari e non, che oltre ad uno stipendio al limite della sopravvivenza, pagano le tasse di mese in mese con sicura trattenuta dalla busta paga. E gli altri? Gli evasori? Quanti sono e a quali professioni o lobby appartengono? Sono forse loro le polpette avvelenate che nessun governo vuole eliminare e sono forse loro a cui la sig.ra Gelmini fa riferimento quando parla di “cura da cavallo”. No di certo, parlano di scuola e la scuola pubblica è alla deriva e di certo non è una colpa da addurre al personale scolastico.Ma una colpa c’è, e forse è nostra, dei sindacati. Anche della Gilda degli Insegnanti che:* pur avendo indetto due scioperi nel 2007 contro la finanziaria che preannunciava i succitati tagli;* pur avendo installato, insieme ad altri sindacati, gazebo in tutta la provincia di Salerno per porre all’attenzione pubblica ciò che sarebbe accaduto nel mondo della scuola;* pur avendo manifestato il dissenso davanti alla sede dell'Ufficio Scolastico Regionale Campania e, non ultimo il 23 luglio, a viale Trastevere ROMA, non ha comunque prodotto alcun effetto tale da cambiare qualcosa.“Nostra colpa” per non essere stati capaci di dare motivazioni tali da indignare il personale tutto della scuola e dare più peso alle manifestazioni di protesta, ma anche colpa di tanti docenti non sempre attenti a quanto dichiaravamo e affermavamo.Non c’è da stare allegri in questa calda estate. Molti precari ultra quarantenni e cinquantenni incroceranno le braccia e guarderanno le stelle per i prossimi anni scolastici. Ma di certo non saranno e non saremo seduti.

Prof. Amedeo Milone Coordinatore Provinciale

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