"Egli mi fa giacere in verdeggianti paschi, mi guida lungo le acque chete" (Salmo 23:2)
Parole tranquillizzanti che danno un grande sollievo! Quando le leggiamo, un profondo senso di pace scende nel cuore stanco ed esausto. Soltanto menzionare pascoli di tenera erba e limpidi ruscelli è del tutto riposante.Più meditiamo su queste parole e più le troviamo dense di significato. Il fatto di giacere suggerisce un dolce riposo; anzi un ristoro più profondo, un'autentica soddisfazione; proprio in quanto una pecora affamata e insoddisfatta ha bisogno di cibarsi e non di coricarsi. Come sono preziose le parole: "Egli mi fa giacere"! Forse non conosciamo cosa significhi essere troppo stanchi per coricarsi - troppo agitati per riuscire ad afferrare la calma necessaria. Ma quando Dio da tranquillità, chi può creare problemi? Quando Egli fa giacere, chi può molestare o turbare?E quando delle prove terribili minacciano di consumarci? Ah, anche lì il nostro Buon Pastore è all'opera.
In molte parti della Cina l'erba diventa così secca, gonfia e piena di vermi da diventare un autentico pericolo. Allora il pastore guida il gregge in un luogo sicuro mentre appicca il fuoco alle colline. È una visione che desta meraviglia. Ma la scena cambia; viene il temporale ed infuria su quei colli, poi si calma e, come per incanto, un bel tappeto verde ricopre le colline e le valli. Non era inutile quel fuoco consumante, né il temporale era scoppiato invano; il risultato si vede nella placida bellezza e nella ricca fertilità che ne consegue.
La fede, comunque, non ha bisogno di vedere; essa vede in anticipo e si rallegra persino durante il temporale, certa delle benedizioni che seguiranno.
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